Quando si parla di
consumo di tabacco, una delle domande più frequenti è sempre la stessa: chi fuma di più, uomini o donne? Le analisi più recenti, sia a livello globale che nazionale, tracciano un quadro piuttosto chiaro: s
ono gli uomini a fumare di più, anche se le differenze cambiano molto in base a età, area geografica, contesto culturale e trasformazioni sociali degli ultimi anni.
In altre parole, il tabagismo non è solo una questione di salute, ma anche di
ruoli di genere, tradizioni e cambiamento sociale.
Le statistiche globali più aggiornate
A livello mondiale, le stime più recenti indicano che
circa un uomo su tre fuma regolarmente, mentre tra le donne la quota è nettamente inferiore, con
meno di una su dieci che dichiara di fumare con costanza.
In termini percentuali:
● la
prevalenza globale del fumo tra gli uomini si colloca intorno al
37%
● tra le
donne, invece, si ferma attorno a circa l’
8%
Questa distanza numerica è molto ampia e mette in evidenza come il
tabagismo tradizionale resti, ancora oggi,
più diffuso nella popolazione maschile.
Tali differenze riflettono anche
norme culturali profondamente radicate, soprattutto in regioni come
Asia, Medio Oriente e Africa, dove fumare è spesso percepito come un comportamento “accettabile” o addirittura virile per gli uomini, mentre per le donne può essere visto come sconveniente, disdicevole o contrario ai ruoli sociali tradizionali.
La situazione in Europa
In Europa, dove i
ruoli di genere sono generalmente più equilibrati e le donne hanno una maggiore libertà sociale, la distanza tra uomini e donne si riduce, pur rimanendo presente.
Le proiezioni per il
2025 indicano che:
● tra gli
uomini europei, la prevalenza del fumo si aggira attorno al
30%
● tra le
donne, si posiziona attorno al
18%
Anche qui, dunque, il fumo rimane più
radicato tra gli uomini, ma la quota femminile è tutt’altro che marginale. In molti Paesi europei, le donne hanno iniziato a fumare in misura crescente a partire dal secondo dopoguerra, spesso spinte da cambiamenti sociali, emancipazione e campagne pubblicitarie orientate proprio sul concetto di libertà e indipendenza femminile.
I dati più recenti in Italia
Anche in Italia il quadro conferma la tendenza generale:
gli uomini fumano più delle donne, ma il divario è meno netto rispetto ad altre aree del mondo.
Le stime più aggiornate indicano che:
●
circa un quarto degli uomini fuma, con valori che oscillano tra il
24% e il 28%
● tra le
donne, la percentuale di fumatrici si colloca tra il
16% e il 21%
Si tratta di una differenza tutto sommato stabile nel tempo, anche se alcuni studi mostrano che
tra i più giovani il divario di genere tende a ridursi.
Nelle fasce d’età tra i
15 e i 24 anni, in certi periodi e contesti, si sono persino registrati dati in cui
le ragazze fumatrici superavano i coetanei maschi, segnale di un cambiamento culturale che rende il fumo un comportamento
meno marcato dal punto di vista del genere rispetto alle generazioni precedenti.
Perché gli uomini fumano ancora di più?
Le cause di questa differenza non sono mai univoche, ma frutto di un intreccio di
fattori culturali, psicologici, economici e storici. Tra gli elementi più rilevanti:
● per molti anni la
pubblicità del tabacco è stata costruita attorno a modelli maschili (virilità, successo, ribellione)
● in numerose società il fumo femminile è stato a lungo
stigmatizzato o considerato poco rispettabile
● gli uomini presentano in media
tassi maggiori di comportamenti a rischio, incluso l’abuso di sostanze
● lo
stress lavorativo e sociale, spesso vissuto in modo diverso tra i sessi, può influenzare l’uso di sigarette come “valvola di sfogo”
Con il progressivo cambiamento dei ruoli di genere e delle norme sociali, però, queste differenze si stanno lentamente attenuando, specialmente nelle nuove generazioni.
Nuove generazioni, svapo e prodotti alternativi
Un punto particolarmente interessante riguarda la diffusione di
nuovi prodotti senza combustione, come sigarette elettroniche e dispositivi a base di nicotina vaporizzata.
Tra gli under 30, l’utilizzo dello
svapo sembra aver
ridotto la distanza tra uomini e donne: ragazzi e ragazze lo utilizzano con frequenze più simili rispetto al fumo tradizionale, soprattutto nelle
grandi città e nei contesti urbani più moderni.
Questa tendenza potrebbe, nel tempo,
rimodellare il tabagismo tradizionale, riducendo ulteriormente le differenze di genere. In molti casi, chi cerca di allontanarsi dalla sigaretta combustibile sceglie percorsi alternativi e si rivolge a un
negozio svapo per ricevere consulenza su dispositivi, liquidi e strategie per diminuire gradualmente la nicotina.
Conclusioni: un divario che cambia ma non scompare
Alla domanda iniziale, “
chi fuma di più tra uomo e donna?”, la risposta, oggi, resta piuttosto chiara:
gli uomini fumano più delle donne nella quasi totalità dei Paesi, come confermato dalle statistiche più recenti a livello globale, europeo e italiano.
Allo stesso tempo, però, è evidente che:
● tra i
giovani, il divario si sta riducendo
● i
prodotti alternativi (come lo svapo) stanno cambiando le abitudini di consumo
● le
differenze di genere nel tabagismo sono sempre più influenzate da cultura, contesto e trasformazioni sociali
Comprendere queste dinamiche è fondamentale per progettare
politiche di prevenzione mirate, campagne informative più efficaci e
programmi per smettere di fumare che tengano conto delle specificità di genere.
Le differenze tra uomini e donne, quindi, non vanno ignorate: vanno analizzate e integrate nelle strategie di salute pubblica, con l’obiettivo di costruire una società più informata, consapevole e – soprattutto – più sana.