
Taranto hub nazionale dell’eolico offshore: per Legambiente serve ora un vero cambio di modello di sviluppo industriale
Legambiente Puglia accoglie con favore la notizia dell’inserimento ufficiale di Taranto tra gli hub nazionali per lo sviluppo dell’eolico offshore galleggiante, a seguito della trasmissione all’Autorità di Sistema Portuale del Mar Jonio del decreto interministeriale n. 167 del 4 luglio 2025, registrato dalla Corte dei Conti lo scorso 23 settembre.
Un riconoscimento importante – sottolinea Legambiente – che conferma il ruolo strategico del porto jonico nella filiera delle energie rinnovabili e dell’economia del mare, ma che deve rappresentare soprattutto l’occasione per avviare una concreta e giusta transizione industriale.
“Taranto – affermano Daniela Salzedo, presidente di Legambiente Puglia, e Lunetta Franco, presidente del Circolo Legambiente di Taranto – ha oggi la possibilità concreta di aprire un nuovo capitolo della propria storia, superando definitivamente il modello produttivo fondato sulle fonti fossili e sull’industria pesante. La città può e deve diventare il simbolo di un’economia rigenerata, basata su decarbonizzazione, innovazione, sostenibilità e qualità del lavoro. La transizione ecologica non rappresenta soltanto una necessità ambientale, ma anche un’opportunità straordinaria di riscatto economico e di giustizia sociale per l’intero territorio jonico. È fondamentale avviare un percorso reale e condiviso di decarbonizzazione dello stabilimento siderurgico e di bonifica delle aree contaminate, restituendo dignità ambientale e prospettive di futuro alle comunità locali. Taranto può trasformarsi in un laboratorio nazionale di transizione giusta, dove ambiente, salute e lavoro procedono finalmente insieme nella stessa direzione.”
Per Legambiente, l’ammodernamento e l’adeguamento delle aree portuali destinate alla logistica dell’eolico offshore rappresentano un passo decisivo, ma occorrono investimenti mirati in ricerca, formazione, filiere locali, economia circolare e tecnologie pulite, per generare occupazione stabile e qualificata, riducendo al contempo l’impatto ambientale.
Legambiente ribadisce dunque la necessità che Taranto si ponga come modello nazionale di riconversione industriale sostenibile, capace di coniugare innovazione, lavoro e tutela del territorio, facendo della transizione ecologica il cuore del rilancio economico del Mezzogiorno.