Priscilla Marvel: la disillusione di una generazione esausta
Priscilla Marvel: la disillusione di una generazione esausta
C’è chi dice che il lavoro nobiliti l’uomo. Priscilla Marvel risponde con una strofa che non lascia spazio a equivoci: «Odio il mio lavoro ma qualcuno lo deve fare. Hanno detto che nobilita l’uomo, ma io ho le rate da pagare». “Cuore di panna”, il suo nuovo singolo, non è l’ennesima canzone sul disagio giovanile: è un piccolo trattato pop sulla stanchezza sociale come condizione permanente, raccontata con il linguaggio dei millennial e della Gen Z. A firmarne la produzione è Velli (Valentina Samberisi), producer e musicista con cui Priscilla porta avanti un percorso interamente al femminile: una scelta consapevole e quasi politica, in un settore dove il gender gap resta evidente e i talenti femminili faticano ancora a trovare spazio.

Un brano che affronta il tema dell’anticapitalismo con una chiave ironica e sorprendentemente leggera, sottolineando la fatica di una generazione costretta a correre sempre più veloce, tra precarietà e continua ricerca di efficienza, mentre il mondo attorno si sgretola. «È impossibile fare la rivoluzione se sei stanca» non è solo l’incipit del brano, ma la sintesi di una condizione diffusa. Il corpo, la mente, il tempo: tutto viene cannibalizzato da un modello di vita che pretende produttività continua. La retorica del “se vuoi puoi” e del “basta impegnarsi” si infrange contro la realtà di lavori precari, salari bassi e aspettative di efficienza permanente. Priscilla Marvel rovescia questa narrazione e lo dice senza giri di parole: se sei esausta, se non riesci nemmeno a respirare, non puoi cambiare le cose. La rivoluzione non è un atto eroico, ma richiede energie che il sistema stesso toglie.

In tal senso, il titolo, apparentemente innocuo, racconta molto più di quanto sembri. “Cuore di panna” intercetta quella parte di resistenza sottile e silenziosa che si rifiuta di farsi consumare completamente dal logorio della società contemporanea, anche quando tutto sembra chiedere perfezione.

Sotto l’immaginario zuccherino si muove un disagio concreto, che si inserisce in un dibattito molto più ampio: quello di chi è cresciuto con la promessa di opportunità illimitate, e che invece si trova schiacciato da instabilità, disillusione, precarietà, burnout e sogni lasciati nel cassetto.

Accanto al beat elettronico curato da Velli, le chitarre di Guido Fontana spezzano la freddezza digitale con incursioni più materiche. Dentro questo intreccio si innestano versi che, tra allegoria e disincanto, scelgono la nuda evidenza, come «Sei una statua di marmo ma dentro sei un caos come un quadro di Picasso»: uno scarto netto che diventa cortocircuito, specchio dello stato catatonico in cui si riconosce una parte della generazione a cui Priscilla appartiene.

Dietro “Cuore di panna” c’è un percorso che parte da lontano. Gabriella Marvulli – questo il vero nome dell’artista – inizia nel 2012 con un progetto sperimentale basato su pianoforte, voce e batteria. La svolta arriva nel 2022 con Alka Record Label, con cui pubblica i singoli “Venerdì”, “Toy Boy” e “Sempre in guerra” - brani in cui il cantautorato incontra l’indie-pop - e le prime tracce elettroniche. Con “Fenice” (2024) nasce invece la collaborazione con la producer Valentina Samberisi, in arte Velli: una scelta che riflette una visione ben definita: quella di un progetto al femminile, capace di mettere al centro la condivisione e la possibilità di scrivere nuove regole nel panorama musicale.

Oggi, quell’esperienza confluisce in “Donna Ostile”, l’EP in uscita nei prossimi mesi: cinque canzoni nate senza un concept predefinito, ma legate da uno sguardo critico verso il presente. Dalla “felicità di plastica” all’amore ridotto a bene di consumo, i testi raccontano un disagio condiviso tanto dai millennial quanto dalla Gen Z, in bilico tra il godere del momento e la sensazione di non poter cambiare nulla.

«Con questo singolo – dichiara Priscilla - ho voluto dire ad alta voce quello che spesso ci viene chiesto di tacere. Ci hanno abituato ad accontentarci, a credere che correre e consumare fosse normale. Io penso sia giunto il momento di dire basta, anche solo con una canzone. So che non cambierò il mondo, ma almeno posso raccontarlo per come lo vedo.»

Accompagnato dal videoclip ufficiale, diretto da Sofia Zanotti, “Cuore di panna”, è una satira amara che mette in scena quella corsa continua che lascia le persone esauste e svuotate.

Tra elettronica e cantautorato, Priscilla Marvel dimostra la sua abilità nel trasformare disincanto e precarietà in materia musicale. Non chiede indulgenza e non edulcora la realtà: mette a fuoco cosa significa vivere in apnea tra lavori instabili e ambizioni spezzate. “Cuore di panna” non si erge a proclama, ma a cronaca cantata che intercetta un sentimento comune: quello di chi non vuole più fingere di avere energie illimitate.

E in un periodo storico in cui si parla molto di burnout e di “grandi dimissioni”, “Cuore di panna” è la voce di una generazione che ha smesso di credere alle promesse e vuole finalmente raccontarsi per quello che è. Una generazione che non cerca eroi, ma riconoscimento. E che trova, in una canzone pop, il modo più semplice e insieme più politico per dirlo.
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