MI PARE IERI!
MI PARE IERI!
Un viaggio lungo cinquant’anni tra chitarre, lotte politiche, amicizie memorabili e disillusioni affilate. Mi pare ieri è il nuovo libro di Ernesto Bassignano, pubblicato da Edizioni Minerva, e raccoglie trentanove ritratti di personaggi straordinari che hanno attraversato la sua vita: da Lucio Dalla a Roberto Benigni, da Gian Maria Volonté a Umberto Bindi, passando per Rosa Balistreri, Mariangela Melato, Claudio Baglioni, Flavio Bucci, Enrico Vaime, Monicelli e molti altri.

«È una galleria di profili umani», scrive Massimiliano Castellani nella prefazione, «una mostra letteraria incendiaria come i cerini Minerva – nomen omen – in cui Bassignano esercita l’arte della memoria con la verve di un giullare della commedia dell’arte e la malinconia dell’ultimo chansonnier esistenzialista vivente». Il volume si apre con un lungo prologo autobiografico in cui l’autore ripercorre senza filtri la sua traiettoria umana e artistica: «Confesso che ho vissuto», esordisce citando Neruda, «senza mai fermarmi per rifiatare, con la lingua rovente e la voglia implacabile di dire, sapere, fare». Bassignano – per tutti “Bax” – è stato pittore, cantautore, scenografo mancato, attivista politico, giornalista, autore radiofonico, critico musicale e conduttore cult di "Ho perso il trend" su Rai Radio 1.


Un intellettuale irregolare, sempre un passo di lato rispetto ai riflettori, eppure centrale nella scena culturale italiana del secondo Novecento. Ogni ritratto è un racconto autonomo, una tessera di un mosaico che attraversa la musica d’autore, il teatro, il cinema, la politica e la controcultura italiana. Non c’è nostalgia patinata, ma un’ironia pungente che sa farsi anche autocritica. «Io sono un classico distonico-neurovegetativo-postsessantottesco», si definisce con una battuta che è insieme parodia e verità. Nel ritratto di Lucio Dalla, ad esempio, ricorda una memorabile festa dell’Unità a Bari: «Con le scarpe ma completamente nudo, si tuffò a bomba nella piscina di un dirigente del partito, schizzandoci tutti. Poi si avvolse in un telo cantando: "Itaca, Itaca, Itaca, e a casa io voglio tornare..."». Su Umberto Bindi, suo grande amico e collaboratore, scrive parole commoventi: «Mi ha tenuto la mano chiedendo “Scusa… scusa… scusa” per la sua vita. Io mi nascondevo per piangere e lui sussurrava:“Sono fatto così, Ernesto... Era destino”». E ancora Benigni che lo surclassa in scena al Folkstudio: «Quella sera finsi di divertirmi molto, ma in realtà m’incazzai mica poco. Non tanto per il suo scherzetto, quanto per essermi sentito così poco desiderato dal mio pubblico militante!».


Dietro il tono scanzonato, Mi pare ieri è un atto d’amore per una stagione irripetibile della cultura italiana. «Ho voluto lasciare questa quarantina di ritrattini e ricordi d’un’epoca», scrive Bassignano, «gusto per chi sa e informazione per chi non c’era… nostalgia canaglia!». Una nostalgia mai passiva, perché alimentata da un’urgenza morale ancora viva: «La voglia di vedere un mondo nuovo, fatto di uomini per gli uomini e non sugli uomini? Beh… non è passata». Il libro è anche un grido contro la decadenza contemporanea: «Assistiamo impotenti allo sgretolamento progressivo di tradizioni meravigliose fra teatro, cinema e musica… Oggi ridotti a paccottiglia televisiva». Ernesto Bassignano riesce nell’impresa di raccontare non solo le persone, ma anche un tempo. Le sue parole restituiscono la carne e il sangue di quegli anni: la militanza culturale, le risse ideologiche, la bellezza dei fallimenti, l’epica dei margini. Mi pare ieri è un’opera che diverte, commuove, fa riflettere. E che, soprattutto, non assolve: «Scarpe rotte eppur bisogna andare…», scrive citando Bandiera rossa, «se non a conquistare una rossa primavera, almeno una parvenza di vita pacifica meno incattivita».



Note d'Autore

Ernesto Bassignano Nasce a Roma il 4 aprile del 1946. Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Roma, conosce Gian Maria Volontè e per tre anni fa, con il suo gruppo il “Teatro di Strada”, o di provocazione politica. Nel 1969 arriva anche al Folkstudio (lo storico locale nel cuore di Roma) e fonda con Giorgio Lo Cascio, Antonello Venditti e Francesco De Gregori “I giovani del folk”. Lavora per la direzione del Pci e comincia una serie infinita di Feste de l’Unità, campagne elettorali e ogni altro tipo di spettacolo politico in tutto il Paese.

Nel 1979 entra nella redazione spettacoli de “Il paese sera” e fa il critico musicale fino all’89, anno della chiusura del giornale. Pubblica alcuni libri tra cui "Canzoni, pennelli, bandiere e supplì" (che poi è il riassunto delle sue infinite esperienze culturali). Lavora per Radio Rai sino a che viene assunto al Gr1 nel 1991.

Su Rai Radio 1, dal 1999 al 2011, ha presentato, insieme al giornalista sportivo Ezio Luzzi, la trasmissione di satira sociale Ho perso il trend. Dal 19 settembre 2011 Ernesto Bassignano conduce su Radio Città Futura la trasmissione Radio Bax, nel paese degli struzzi e, nella stagione 2012-2013, la trasmissione Rodeo insieme con Pierluigi “Piji” Siciliani. Oggi è in pensione, ma non hai mai dimenticato l’amata chitarra e di incidere un disco ogni tanto.

https://www.facebook.com/ernesto.bassignano
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