Un intervento sempre più richiesto, ma ancora poco conosciuto
Nel mondo della chirurgia plastica, l’aumento dei glutei è un campo in continua evoluzione. Se negli anni passati era considerato un intervento marginale o esclusivamente estetico, oggi le
protesi glutee vengono sempre più richieste per motivi che vanno ben oltre la vanità.
Il desiderio di un corpo più armonioso, proporzionato e coerente con la propria identità ha portato molti pazienti – uomini e donne – a considerare il
gluteo non solo come simbolo di sensualità, ma anche come elemento centrale dell’equilibrio corporeo.
L’intervento con
protesi glutee, praticato con successo in Europa e America Latina da decenni, si è consolidato anche in Italia grazie a specialisti formati in contesti accademici internazionali. Tra questi, il
Prof. Dott. Gorizio Pieretti, chirurgo plastico e ricostruttivo, docente universitario e ricercatore clinico, ha maturato una solida esperienza nel rimodellamento corporeo, con attenzione alla tecnica, alla sicurezza e alla personalizzazione del risultato.
Quando si sceglie l’intervento con protesi
Non tutti sono candidati ideali al lipofilling (trasferimento di grasso autologo), per esempio per carenza di tessuto adiposo sufficiente o per risultati insoddisfacenti in trattamenti precedenti. In questi casi, le protesi glutee rappresentano
l’unica soluzione realmente efficace per ottenere un aumento di volume stabile e prevedibile.
Le richieste più comuni sono:
● Glutei piatti o ipotrofi per motivi costituzionali
● Atrofie post-traumatiche o post-operatorie
● Risultati insoddisfacenti da lipofilling o filler temporanei
● Necessità di definizione strutturale, non ottenibile con tecniche non chirurgiche
Come si svolge l’intervento
Le protesi glutee sono dispositivi in silicone coesivo, appositamente studiati per resistere alla pressione e alla mobilità della regione glutea. Vengono inserite
nella loggia intramuscolare (cioè all’interno del muscolo grande gluteo), una tecnica che garantisce un risultato naturale, stabile e con minimi rischi di complicanze.
L’intervento dura circa 2–3 ore e viene eseguito in anestesia generale o spinale con sedazione. Dopo un breve ricovero (24–48 ore), il paziente inizia il recupero, che prevede l’uso di una guaina contenitiva per circa 30 giorni e la progressiva ripresa delle normali attività.
Ma quali sono le implicazioni cliniche, i margini di rischio e le aspettative realistiche? Lo abbiamo chiesto al
Prof. Dott. Gorizio Pieretti, uno dei più giovani professori universitari in chirurgia plastica in Italia.
Intervista al Prof. Dott. Gorizio Pieretti
Professore, partiamo dall’inizio: cosa spinge un paziente a chiedere le protesi glutee oggi?
«La motivazione principale non è solo estetica. Oggi c’è un cambiamento culturale: sempre più persone vivono il corpo come espressione della propria identità, e il gluteo ha assunto un ruolo chiave nella percezione posturale, nella silhouette e nell’autostima. Si tratta spesso di pazienti attenti alla proporzione, alla simmetria, non di chi cerca un risultato eccessivo. C’è un desiderio di migliorare, ma senza stravolgere.»
Cosa valuta durante la visita pre-operatoria?
«La valutazione parte dall’anamnesi clinica generale, ma è fondamentale anche capire il rapporto che il paziente ha con il proprio corpo. Le aspettative vanno allineate alla fattibilità tecnica. La scelta della protesi dipende dalla struttura muscolare, dalla posizione dei fianchi, dalla postura e dalla distribuzione del pannicolo adiposo. A volte proponiamo anche una combinazione con liposcultura dei fianchi per valorizzare ancora di più il risultato.»
Perché la tecnica intramuscolare è oggi la più indicata?
«È la più sicura e naturale. Inserire la protesi all’interno del muscolo gluteo grande consente di mimetizzarla, ridurre il rischio di rotazione, capsulite e infezione. Le tecniche sottocutanee o sottoghiandolari utilizzate in passato esponevano a complicanze molto maggiori e risultati visivamente innaturali. Con l’intramuscolare, si ottiene un gluteo tonico e ben integrato alla struttura corporea.»
Esistono rischi particolari?
«Come in ogni chirurgia, sì. Le complicanze maggiori – che per fortuna sono rare – includono sieromi persistenti, infezione della protesi, malposizionamento. È fondamentale rispettare i tempi chirurgici e utilizzare materiali certificati. La degenza post-operatoria richiede attenzione: evitare di dormire supini nelle prime due settimane, usare la guaina, seguire controlli regolari. Con una buona selezione del paziente e un’equipe esperta, i risultati sono eccellenti.»
Ci sono pazienti uomini che si sottopongono all’intervento?
«Assolutamente sì. Sempre di più. Gli uomini chiedono un gluteo atletico, scolpito, con maggiore proiezione ma senza eccessi. Rispetto alle donne, la richiesta è più legata alla definizione dei contorni che all’aumento volumetrico. In entrambi i casi, però, è fondamentale proporre soluzioni su misura, perché l’armonia è soggettiva.»
Qual è la differenza tra protesi glutea e filler gluteo, che oggi va tanto di moda?
«Il filler gluteo ha un effetto temporaneo e limitato. Può essere utile in soggetti giovani, per piccole correzioni o in chi non può affrontare un intervento. Ma non può sostituire la protesi quando c’è un’ipoplasia evidente o una richiesta di volume strutturato. Inoltre, il filler non stimola tessuto né cambia la postura. La protesi invece incide anche sull’assetto funzionale, sulla percezione del corpo in movimento.»
Quanto dura una protesi glutea? Va cambiata come quella al seno?
«Le protesi moderne sono progettate per durare molti anni, anche oltre i 15–20. Non esiste una scadenza automatica. Si controllano nel tempo con ecografia o risonanza. Se non ci sono problemi o cambiamenti importanti nel corpo del paziente, non è necessario sostituirle. Ovviamente tutto dipende anche dallo stile di vita, dall’attività sportiva, dal peso corporeo.»
Ultima domanda: come cambia la vita di chi si sottopone a questo intervento?
«Cambia tanto. I pazienti mi dicono che si sentono più proporzionati, più sicuri, che finalmente si riconoscono nel loro corpo. Alcuni migliorano anche nella postura o nella camminata. Ma il cambiamento più grande è psicologico. Vedere riflessa l’immagine che sentono come "loro" ha un impatto fortissimo sull’autostima. Ed è questo il vero valore della chirurgia plastica ben fatta: restituire coerenza tra ciò che siamo e ciò che vediamo.»
Oltre l’estetica: una chirurgia che lavora sulla forma e sull’identità
L’intervento di protesi glutea, se ben eseguito, non è un atto puramente estetico. È un percorso chirurgico e umano, che richiede competenza anatomica, sensibilità artistica e capacità di ascolto. Non si tratta di “ingrandire”, ma di
ridare equilibrio al corpo e
soddisfazione personale al paziente, nel pieno rispetto della sua fisiologia.
Oggi, in Italia, figure come il
Prof. Dott. Gorizio Pieretti, con un profilo accademico e clinico integrato, rappresentano una garanzia in questo percorso. Non solo per la tecnica chirurgica, ma per la
visione culturale e
scientifica che accompagna ogni intervento.