“Ciao piccoletta, è un bel po’ che non ci sentiamo, ma credo sia venuto il momento di farlo. Come avrai già visto dal timbro postale sono in America… ce l’ho fatta, visto? Sono nella “nostra” America, il nostro sogno. Sono qua da cinque mesi piccoletta. Cinque mesi nei quali tu sicuramente mi avrai cercato, cinque mesi in cui ti sarai chiesta dove cavolo sono finito…”.
Chiara ha quattordici anni e conduce una vita semplice: i compiti in classe, le uscite con gli amici e le serate in famiglia. Appuntamento fisso è la telefonata alle nove di sera che Pietro, il suo amico del cuore, le fa da una cabina telefonica davanti al bar di Borgodoro.
I due sono inseparabili pur essendo diversissimi: tanto serena, docile, studiosa lei, quanto tormentato, ribelle a tal punto da abbandonare il liceo al primo giorno di scuola lui.
Chiara soltanto sembra leggere nel cuore di Pietro. Insieme hanno sogni, tanti sogni: viaggiare, diventare ricchi e andare in America dove tutto è così diverso, esagerato, dove si diventa grandi in fretta e si guidano Cadillac rosa, non micro-utilitarie.
La vita, però, ostacola ben presto il loro cammino. Il padre di Chiara lascia la famiglia per una donna più giovane spazzando via in un istante le certezze di sua figlia. Chiara dovrà, così, affrontare molte prove per diventare una donna capace di credere di nuovo nell’amore e nella vita.
Il romanzo dell’esordiente Silvia Roganti sembra uscito dalla penna di una ragazzina, tanto spumeggiante e tenera è la sua prosa. Scorrendone le righe il lettore ritorna a esplorare quella “terra di nessuno” che è l’adolescenza, fatta di insicurezze, entusiasmi, paure e batticuori.
Inoltre, il finale per nulla scontato, e anche in questo sta la forza del romanzo, fa commuovere fino alla catarsi.
Un libro da leggere tutto d’un fiato… come l’adolescenza che scorre via in un soffio e ci ritrova adulti.