Comunità LGBT a Gaza e Palestina

I diritti fondamentali delle persone LGBTIQ+ sono ancora una questione irrisolta e altamente sensibile nei territori amministrati direttamente dall’autorità palestinese. Si verificano preoccupanti manifestazioni di omobitransfobia, che provengono sia da importanti leader religiosi musulmani sia da figure di spicco della società laica. Questa situazione contribuisce a creare un ambiente ostile, dove le persone LGBTIQ+ si sentono vulnerabili e prive di protezione legale.
La Palestina occupa il 190° posto su 197 a livello globale. Nella parte in cui Hamas ha in mano il potere le persone LGBTIQ+ sono perseguitate e punite con la pena capitale. Non serve essere dichiaratamente omosessuali, è sufficiente che sospettino che lo si sia. La legge coranica vieta questo genere di accoppiamento.
In alcune zone delle città e nei contesti rurali, l’omofobia manifesta si traduce frequentemente in violenze fisiche e verbali, creando un clima di paura e costringendo molti a nascondere la propria identità. Le aggressioni sono spesso perpetrate con l’impunità, poiché le leggi esistenti non proteggono adeguatamente i diritti delle persone LGBTIQ+ e, in alcuni casi, possono addirittura criminalizzarle.
È fondamentale evidenziare la necessità di un cambiamento culturale e legislativo che garantisca la piena protezione dei diritti delle persone LGBTIQ+ in Palestina. Attivisti e organizzazioni della società civile stanno lavorando coraggiosamente per promuovere la consapevolezza e l'inclusione, ma le sfide rimangono immense. Solo attraverso il dialogo e l'educazione sarà possibile spezzare il ciclo di violenza e discriminazione e costruire una società più giusta e rispettosa per tutti.
MC