Licia Ronzulli: mamma politica, un segno di sincerità

Licia Ronzulli è stata la prima, ma non c'è solo lei. Le mamme che sono impegnate in politica e in attività affini possono portare con sé il figlio in seduta? Esiste una legge che contempla questi casi? Quali sono i limiti e quali le risorse per le mamme che fanno politica?
La domanda sorge spontanea, poiché solo in certi casi si è visto poter fare lo stesso, ma nel Parlamento Europeo, dove le regole sono più elastiche, le mamme che portano con sé i figli sono ora circa una decina.
A Licia spetta il primato e anche deve a questo primato parte della sua fama, di mamma VIP particolarmente legata alla bimba.
Se si pensava che fosse una manifestazione per l'unione con i figli ci si sbagliava, Licia raddoppia, triplica e fa scuola alle altre mamme. Il Parlamento Europeo non poteva che essere la sede migliore per prendere posizioni forti e compatibili con la responsabilità che implica il farne parte.
I suoi colleghi non lamentano la presenza della bimba, conferma Licia, anche se sarebbe impensabile ritornare a una visione così limpida e famigliare della politica, ma finché la bimba non turba la quiete il fatto resta interessante.
Licia Ronzulli ha portato la sua bimba in Parlamento Europeo, sede di lavoro, interpretando a pieno titolo e anche alla lettera il concetto di libera professione e di assiduità .. come dire che se per altre mamme la famiglia è un limite che frena alla presenza in aula, per lei non lo è.
E le donne nella sua situazione poi sono aumentate, ora sono una decina, per cui vale la pena pensare a cosa significa questo senso politico di partecipazione, magari cogliendo la occasione per riflettere su quello che è poi il vero valore della politica, cioè la rappresentanza, insomma, votare in presenza di un figlio ha quantomeno una certa profondità per esprimere valori come la responsabilità, la completezza, la trasparenza. Non male. Voi che cosa ne pensate?