Il manuale sul blocco social nelle relazioni
Il manuale sul blocco social nelle relazioni
Bloccare o non bloccare questo è il problema è il nuovo libro di Igor Nogarotto che esplora il blocco social tra partner in crisi e tra ex

«Ti blocco perché mi interessi» è la frase che ha generato un putiferio su TikTok rendendo il video virale e ha aperto due schieramenti: da una parte c'è chi sostiene che si blocca perché non c'è più nessun interesse, dall'altra chi pensa che bloccare è un modo per manifestare interesse. «Bloccare è sintomo di interesse» è un’affermazione che sembra una contraddizione in termini, un paradosso, ma in realtà, non lo è.

È infatti emerso dagli studi di Igor Nogarotto e del suo team di collaboratori che la percentuale prevalente di chi blocca (88%), a prescindere dalla volontà di tornare o meno con il/la partner o l’ex, lo fa perché ha ancora un legame emotivo con chi viene bloccato e il 66% bloccando esprime interesse e desiderio di stare ancora insieme a quella persona. Questa attitudine riguarda i blocchi di tipo: relativo, da pingpong umorale, protettivo, inverso, punitivo. Da cui ne consegue che soltanto il 12% blocca perché non prova più nulla o comunque perché non ne vuol più sapere dell’altra persona (blocco definitivo).

Bloccare non significa sempre prendere le distanze, ma al contrario è spesso un mezzo per attirare l'attenzione, per farsi cercare e quindi può diventare una strategia di riconquista (quando non è di tipo manipolativo).

Per maggiori informazioni: https://www.samigo.com/2025/11/03/il-manuale-sul-blocco-social-nelle-relazioni/

In questo libretto di istruzioni per l’uso del blocco si esplorano fasi e dettagli operativi che riguardano ogni step del bloccare, dal perché si blocca, alle tipologie di blocco, alle conseguenze che può generare (effetto boomerang per esempio), quanto dura il blocco, fino a come farsi sbloccare e a come comportarsi una volta sbloccati.

Il discorso vale ed è approfondito da entrambe i punti di vista: sia se siamo bloccati (blocco passivo) sia se siamo bloccanti (blocco attivo).

Il blocco più utilizzato è quello relativo (35%). Si applica quando, per esempio, si blocca sui social TikTok e WhatsApp, ma non su Instagram: da una parte si lancia un segnale di chiusura, dall'altra si lascia un canale aperto in modo da monitorare come procede la vita dell’altro/a e contestualmente si dà ancora una possibilità di contattarlo/a.

Diffuso anche il blocco da pingpong umorale (14%): si blocca e si sblocca con alta frequenza, seguendo un flusso emotivo umorale che è caratterizzato da up e down di pentimento, mancanza e indecisione.
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