È un mondo del poker fumoso e misterioso che forse non esiste più quello raccontato da Robert Altman nel film “California Poker” (il titolo originale era “California Split”), una commedia del 74 scritta da Joseph Walsh.
Un racconto che parla di un mondo del poker che ormai possiamo vedere solo in film come questo, soppiantato dai
migliori siti di poker online in cui la gente gioca direttamente da casa propria e non più seduta di fronte a fumosi tavoli verdi.
La storia ruota intono a due “loschi figuri”, come si direbbe oggi: uno è Charlie Waters ed uno Bill Denny, interpretati rispettivamente da Elliot Gould e George Segal.
L’incontro tra i due è quantomeno strano, in quanto entrambi si ritrovano ad essere casualmente vittime di una aggressione in un polveroso parcheggio californiano. Sporchi e contusi, si trascinano per qualche motivo in una sala poker, dove la loro conoscenza, mai del tutto perfezionata va detto, andrà avanti tra una partita e l’altra, senza mai giungere ad una conclusione e senza che nessuno dei due riesca mai a conoscere davvero l’altro.
Sembrerebbe che in questo film i due personaggi applichino nella vita le stesse tecniche di dissimulazione utilizzate nei bluff del poker, mostrandosi e nascondendosi allo stesso tempo, e senza far conoscere mai troppo “le proprie carte”, o meglio si potrebbe dire il loro vero “IO”, nella vita reale.
Un parallelismo ben riuscito e che questi due personaggi scanzonati, senza né arte né parte riescono a raccontare benissimo.
Un racconto che va avanti tra una partita e l’altra, con gli alti ed i bassi tipici di questo sport,
fino alla conclusione (piccola anticipazione, sarà gloriosa!), in un casinò di Reno nel Nevada. Nonostante però l’apparente lieto fine appare chiara la voglia, da parte dell’autore, di voler analizzare nella pellicola la psicologia di questi personaggi borderline, tipici di una certa cultura americana degli anni 70.