Il vero romanzo storico, I promessi Sposi!
Il vero romanzo storico, I promessi Sposi!
"Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno..."
Sono i primi versi de"I Promessi Sposi",versi che anche chi non ha letto l'intero romanzo identifica subito come il suo inizio.
Questa travagliata storia d'amore tra Lucia e Renzo,ha inizio a Lecco,una storia che ,solo per il capriccio di un signorotto di paese,solo tra vicende alterne,raggiungerà il suo felice epilogo.
Prima di andare avanti nello scrivere la mia opnione vorrei dirvi che prima di capire il romanzo,ho dovuto fare altri studi sia sul poeta che sul periodo storico,e solo in questo modo,sono riuscita veramente a capire l' opera dello stesso Manzoni.Comunque vi faro' un accenno io stessa.
Come si è sempre detto,"I Promessi Sposi" sono il romanzo storico per eccellenza,infatti il Manzoni li scrisse nell'800,quando in Italia di romanzi storici si cominciava appena a parlare di Walter Scott. Pero' c'è da dire che il concetto di Scott fu completamente rivisto dal Manzoni che poi ne trasse il vero e unico romanzo storico.
Lo scopo di questo romanzo era infatti quello di convincere gli uomini che bisognava sempre aver fiducia nella Provvidenza ,in quel"Dio che atterra e suscita ,che affanna e che consola".E' a lui che Lucia e sua madre Agnese si rivolgono ed è a lui che Lucia si era votata rinunciando per sempre al suo amore.Se non fosse stato per Padre Cristoforo questo matrimonio davvero non si sarebbe fatto.
La presenza della Provvidenza pervade l'intero romanzo.
La stessa conversione dell'Innominato ,è stata paragonata a quella del Manzoni stesso,anch'essa avvenuta in età avanzata e non senza lunga meditazione.
Sicchè il romanzo sarebbe un inno alla Provvidenza ,finalmente conquistata dallo scrittore ,un inno sempre piu' sorretto da un perfetto equilibrio letterario.
Infatti,questo equilibrio non ha tolto al libro la sua verve poetica e non poteva diversamente costituendo questa uno degli aspetti fondamentali della mentalità e della fantasia del Manzoni.
Proprio sulla scorta di questo equilibrio che lo scrittore riesce a giudicare serenamente quella fase della sua vita che proprio lui stesso indica"sudicia e sfarzosa"pur senza tacerne una forma di condanna.
Questo equilibrio lo ha sorretto in tutta la stesura dell'opera legittimandolo in una triade storica:rigorismo etico,umorismo e contemplazione.Di questi 3 quello che gravò sulla fantasia del poeta ,nel libro possiamo notare che è raramente presente ,e questo rappresenta la posizione estrema del Manzoni.
Infatti nel libro ,quelle che potrebbero individuarsi come pagine di polemica sono più che altro narrazioni sveltite da motivi polemici e morali.
L'umorismo lo ha messo al servizio della creatività dando vita a tutta una serie di personaggi che popolano il racconto attivamente. A questo punto c'è da dire che se pur da un trovato equilibrio nasce il suo umorismo altrettanto vero è che questo è frutto di una straordinaria capacità di osservazione,di una grande tendenza all'arguzia.
La contemplazione , o la meditazione commossa,è rivolta allo studio dei dolori e dei travagli dell'uomo o di quelle anime il cui male si presenta non con l'abitudine al vizio ma attraverso passioni travolgenti senza dominio e senza regole sorrette nella loro corruzione da un secolo famoso per il suo snodato libertinaggio.
Queste caratteristiche del Manzoni,l'austera religiosità,le sue doti di psicologo e di osservatore ,la sua capacità di comprendere e compatire lo portano ad approfondire dolori e sventure fondendoli in un'unica austera e commossa meditazione da cui mai devia la mano e la mente dello scrittore.
Lo scopo pero' era un altro.Attraverso il racconto della tirannia spagnola del '600 ,il Manzoni denuncia quella austriaca dell'800.Era un espediente per stimolare gli italiani,per svegliarsi dal sonno nel quale parevano immersi. L'uso della maschera naturalmente era d'obbligo ,gli austriaci erano implacabili.
Ora ritornando al romanzo,il Manzoni individuava come secondo punto punto di forza del romanzo , il "Vero".
La storia d'amore tra Renzo e Lucia,con tute le sue traversie ,è certamente vera.Infatti è lecito credere che se anche non sono esistiti proprio quell' uomo e quella donna ,proprio quel Renzo e quella Lucia ,senza alcun dubbio in quel particolare contesto storico .la dominazione spagnola ,di storie come queste ce ne sono state piu' di una.
Il romanzo è frutto di una lunga ricerca storica da parte del Manzoni ,che ha scandagliato i fatti del '600, e in particolare del periodo in cui si svolge l'azione di Renzo e Lucia e degli altri protagonisti del romanzo,in cui tutti i piu' piccoli particolari.
L'esistenza di spostare l'azione ,ad un certo punto,da un capo all'altro dell'Italia ,ha reso necessario da parte dello scrittore una conoscenza approfondita dei fatti di piu' di una città e lo studio dei caratteri e dei comportamenti delle relative popolazioni.
Altrimenti il racconto non sarebbe mai stato cosi' rispondente alla realtà e non avrebbe dunque dato a questo romanzo l'importanza storica che a tutti è dato di riscontare.
I particolari che ci fornisce sulle caratteristiche della peste e sul comportamento delle popolazioni colpite ne è senza dubbio frutto di uno studio accurato di cui bisogna rendere merito all'autore.
L'ultimo punto consiste nel porsi come mezzo l'interessante.
Una storia come quella di Renzo e Lucia ,piena di complicazioni risolte,di ostacoli superati,situazioni reali ma inaccettabili,era certamente interessante.
Renzo e Lucia sono i protagonisti e a prima vista sembra che l'intero romanzo non narri che le loro vicende,ma ad un lettore attento non sfugge che il vero protagonista qui è proprio quello che invece fa da sfondo:i fatti del '600,la storia.
"I Promessi Sposi ",rappresentano una svolta che molto hanno cercato di emulare,ma sono riusciti solo ad imitare.
Come la "Divina Commedia" è e sarà sempre l'unico grande capolavoro della poesia italiana ,"I Promessi Sposi" rimarranno il capolavoro della nostra letteratura.Non per nulla si tratta della prima vera prosa italiana,frutto di lunghi studi proprio sulla lingua.
Il Manzoni approda alla stesura finale in un italiano pressochè perfetto e praticamente identico,se non per qualche desinenza ancora un po' arcaica,a quello dei nostri giorni e percio' leggibilissimo sin dalle scuole > elementari,dopo vari rimaneggiamenti e ,praticamente,due complete e diversissime stesure.La prima del 1823 aveva anche un titolo diverso:"Fermo e Lucia" e la prosa non conosceva ancora la forma che invece assume ne "I Promessi Sposi",frutto di una profonda rielaborazione del romanzo e prima edizione dello stesso nel 1827.
Anzi per quanto riguarda il titolo finale ,Manzoni fu incerto tra "I Promessi Sposi" e "Sposi Promessi".
Ma lo scrittore non era ancora soddisfatto e dopo vari rimaneggiamenti alla lingua e allo stile vide la luce la seconda edizione de "I Promessi Sposi" del 1842. Ed è la seconda edizione,naturalmente, quella che tutti noi leggiamo.
Il romanzo, dunque ,si inserisce in quella tanto travagliata "questione della lingua italiana" che vide tra i suoi protagonisti lo stesso Manzoni.
La conclusione a cui giunge il Manzoni a questo proposito è che occorrerebbe risolvere ella lingua viva dei "ben parlanti fiorentini colti" il problema della lingua unitaria di tutti gli italiani,con ampia apertura ,non solo ad altri modi dei dialetti toscani o italiani,ma anche a lingue straniere o a vocaboli nuovi che ogni colto scrittore avrebbe il diritto di inventare per esprimere situazioni,,cose,fatti che altrimenti non avrebbero potuto essere presi in considerazione.
Il Manzoni , contribui' a svecchiare la nostra lingua ,rielaborandola dagli impacci e dai paludamenti accademici.
Comunque al Manzoni resta il merito de "I Promessi Sposi", cioe' per aver dato avvio ad un modo di scrivere e di parlare in una maniera nuova per tutte le regioni d'Italia.
Il romanzo è unico nel suo genere e ogni buon italiano avrebbe dovuto leggere.E' un romanzo alla portata di tutti,tanto che si comincia a leggere dalle scuole elementari per poi riprenderlo.per una lettura piu' approfondita ,alle superiori. D'altra parte questo era lo scopo che si prefiggeva lo stesso Manzoni.
Le lunghe rielaborazioni erano motivate proprio dall'esigenza di rendere il romanzo accessibile a tutti gli strati sociali.
Lo puo' leggere un bambino di 10 anni perché il discorso è fluido e semplice;lo troverà ,molto probabilmente ,un racconto noioso,un racconto impostogli e percio' lo rifiuterà.Lo leggerà superficialmente senza poterlo capire,ma lo avrà letto.
Lo leggerà l'adulto incolto e lo troverà una comunissima storia d'amore ,ma lo avrà letto.
Lo leggerà chi dopo lunghi studi di storia e di letteratura avvicinandosi allo spirito critico a questo romanzo se non se ne conoscono le motivazioni e la stessa evoluzione personale del Manzoni.
Credo sia giusto che ognuno lo legga e arrivi fin dove puo';quale che sia il grado di approfondimento e comprensione comunque avrà arricchito il proprio bagaglio di conoscenze e potra' dirsi facente parte di un universo letterario che unisce tutti nell'universalità di questo romanzo,attraverso le cui pagine la costernazione è il tono continuo con cui,passano i dolori di tutto un popolo.
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