“Una goccia d'acqua sale i gradini della scala. La senti? Disteso nel letto nel buio, ascolto il suo arcano cammino. Come fa? Saltella? Tic, tic, si ode ad intermittenza. Poi la goccia si ferma e magari per tutta la rimanente notte non si fa piu' viva. Tuttavia sale. Di gradino in gradino viene su, a differenza delle altre gocce che cascano perpendicolarmente, in ottemperanza alla legge di gravita', e alla fine fanno un piccolo schiocco, ben noto in tutto il mondo. Questa no: piano piano si innalza lungo la tromba delle scale lettera E dello sterminato casamento…” Dino Buzzati
Una goccia dunque…che sale le scale!!! Una visione davvero unica generata dalla fervida immaginazione di un grande scrittore…o forse no? Leggendo questo breve passo è impossibile non chiedersi cosa possa rappresentare questa fantomatica goccia!!! Lo stesso Buzzati anticipa il lettore ponendosi le domande così come nascono nelle nostre menti. La prima spiegazione è la più razionale la più timorosa…ipotizza che si possa trattare di un topo o forse un rospo! Ma al no secco dell’autore il lettore immaginario chiede se si tratti allora di un’allegoria, magari di un modo per parlare della morte visto che si parla di qualcosa che viene scoperto da una servetta e che spaventa tutti indistintamente e indipendentemente dalle classi sociali…o…qualche pericolo…o…gli anni che passano! Ma le incalzanti domande vedono sempre un no come risposta! Pensando allora al fatto che non gli adulti la sentono per la prima volta si immagina una connessione ai sogni , alle chimere…”qualcosa di poetico insomma”!!!Ma no non è neanche questo! Quando ormai la nostra mente è nella confusione più totale l’autore viene a salvarci da un enigma senza soluzione e ci spiega:
“…Ma che cosa sarebbe poi questa goccia?… Trattasi ahime' proprio di una goccia d'acqua, a quanto e' dato presumere, che di notte viene su per le scale. Tic tic, misteriosamente, di gradino in gradino
E percio' si ha paura. “.
Io …nel mio disperato tentativo di dare un nome a questa goccia…decido di chiamarla indifferenza, mediocrità…la mancanza di comunicazione che non ci permette di ascoltarci l’un l’altro e di capire che forse già da qualche parte nel mondo una goccia prova a salire le scale a dispetto della gravità e di tutti quelli che credono che si debba per forza cadere. La chiamo paura per ciò che non conosciamo, per ciò che qualcuno vede già e che per noi non esiste; è la mancanza di fantasia , il poter pensare che qualcosa non sia reale per il semplice fatto che noi non riusciamo a vederlo… mentre un suono lento ritmico ci spaventa…tic tic …non la vedete ancora? Provate a chiudere gli occhi…eccola…è la goccia… non sale le scale…bussa alla vostra porta e… non fa più paura!!!!