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Una poesia per riflettere: Non incolpare nessuno, di Pablo Neruda
Una poesia per riflettere: Non incolpare nessuno, di Pablo Neruda
Molto spesso mi ritrovo a leggere una poesia di Pablo Neruda, “Non incolpare nessuno”.
Oggi vorrei analizzarne alcuni passi con voi, per darvi degli spunti di riflessione che molto spesso mi aiutano a “tornare sui binari”.

Già all’inizio troviamo una sacrosanta verità: «Non incolpare nessuno, non lamentarti mai di nessuno, di niente, perché in fondo Tu hai fatto quello che volevi nella vita».
È terribilmente vero: quante volte preferiamo lamentarci di come certi eventi si siano succeduti, della sfortuna che abbiamo avuto in quella particolare situazione… del fatto che le cose non siano andate come avremmo voluto.
Perché invece non ci chiediamo come sia stato possibile?! Perché non ci facciamo un bell’esame di coscienza e non iniziamo a capire che, forse, se le cose vanno male non è perché gli altri o il destino, hanno lottato contro di noi: forse la colpa è proprio la nostra!
Allora di cosa lamentarsi, se non di aver fatto esattamente quel che volevamo nella nostra vita?! Insomma, se proprio dobbiamo lamentarci e prendercela con qualcuno, quel qualcuno siamo noi stessi!

Non dobbiamo dimenticarci, inoltre, che “sbagliando si impara”; non dobbiamo vivere i nostri errori come tragiche ed irrisolvibili sfortune. Anche in questo Neruda si esprime molto bene: «Il trionfo del vero uomo proviene delle ceneri del suo errore».
Se ci pensate bene, che soddisfazioni proveremmo ad ottenere tutto con estrema facilità, senza compiere mai errori? Ce lo insegnano sin da piccoli eppure stentiamo a ricordarlo quando è ora!

Leggendo la poesia, arrivo sempre ad un punto che per me è focale:
«Accettati adesso o continuerai a giustificarti come un bimbo»
Siamo noi a criticarci troppo… siamo noi a creare problemi dove non ce ne sono… siamo noi a non capire che non tutto può essere come lo vogliamo, e così nemmeno noi stessi possiamo essere perfetti.
Perciò è bene iniziare ad apprezzarci di più, a comprendere come siamo e far in modo che la nostra vita funzioni anche così; non possiamo vivere alla costante ricerca di un “io” che non c’è! Non possiamo fingere di essere un altro, giustificando con il mondo le nostre azioni… dobbiamo accertarci e farci forza nell’affrontare la vita con le nostre forze, per quello che sono!

«Non dimenticare che la causa del tuo presente é il tuo passato, come la causa del tuo futuro sarà il tuo presente».
Come potremmo dire di essere noi stessi senza considerare il nostro passato? Come potremmo ripudiarlo?! Del resto ciò che diventiamo dipende necessariamente dalle nostre azioni: così il presente dipende dal passato e il nostro futuro dipende dal nostro presente. Non possiamo sfuggire da tutto questo perciò è bene vivere tutto per come deve essere vissuto, accettandolo e valorizzandolo!

La parte conclusiva credo riassuma il senso di tutta la poesia: «Non pensare mai al destino,
perché il destino è il pretesto dei falliti
».
Non c’è molto da aggiungere ad una frase del genere! Ancora una volta, dobbiamo essere onesti e attribuire a noi stessi le nostre azioni, le conseguenze e quindi le situazioni che man mano si vengono a creare! Dire “era destino”, molto spesso è come volersi scusare con se stessi… come voler trovare una giustificazione ad una nostra inezia, un nostro errore, magari fatale.

Prendiamoci il tempo di riflettere su noi stessi e sul valore del tempo che abbiamo a disposizione. Sprecarlo a lamentarsi, magari degli altri o del destino avverso, non solo è sbagliato, ma non porta da nessuna parte!
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