Nascita di un ponte di Maylis de Kerangal
UN SUCCESSO FRANCESE
In questo momento in Francia è stato pubblicato un romanzo che sta ottenendo un grande successo di pubblico e di crtica: Nascita di un ponte di Maylis de Kerangal.
È una folla, un esercito, un flusso rumoroso e compatto - all’incirca ottocento persone -, che mescola rosticcieri, dentisti, psicologi, parrucchieri, pizzaioli, prestatori s pubblici, venditori di T-shirt a peso, fabbricanti di unguenti a base di alloro per curare i calli e di lozioni per sterminare i pi-docchi, preti e agenti di telefonia mobile (p. 26), ingegneri, operai, indigeni funamboli, uomini e donne da ogni parte del mondo, quella che, in apertura del libro Nascita di un ponte di Maylis de Kerangal, vediamo avvicinarsi a Coca, città immaginaria della California il cui sindaco John Johnson detto "il boa", in preda a delirio di grandezza, ha immaginato un'espansione attraverso un magnifico ponte sospeso che la unisca alla foresta che pulsa di là dal fiume. Arrivano in auto, in aereo, in treno, mettendo da parte le loro povere o ricche vite. Li vedremo progettare, dragare il fiume, saldare, imbullonare, inaugurare, innamorarsi, litigare, ne conosceremo le vite, i sogni, la rabbia.
Per ogni personaggio, il ponte rappresenta una promessa di grande vita: per Georges Diderot, capocantiere, Summer Diamantis, ingegnere del cemento, una tosta, dal passato doloroso, per Sanche Alfonso Cameron, gruista, a suo agio in quel paradossale cassone (p. 66), Mo Yun, mina-tore, Duane Fisher e Buddy Loo, cercatori d’oro, saltati sulla draga, fianco a fianco-quei due non si allontanano d’un passo l’uno dall’altro (pp. 80-81), Katherine Thoreau,manovratrice Anchorage Threee, marito handicappato, tre figli, Ralph Waldo, un architetto al tempo stesso celebre e segreto” (p. 51), Jacob convinto che “il ponte che si sta costruendo sarà portatore di annientamento ed estinzione, fabbrica di tragedia e perdita (p. 94), ecc…
La vera protagonista di questo libro, insieme al Ponte, è l’incredibile lingua: è a lei che il libro deve il suo successo. Lingua “poietica”, lingua necessaria e senza sbavature, nomina e scopre le cose. Soprattutto visionaria, istantanea, una scrittura fluviale rapidissima che plasma i personaggi sotto i nostri occhi per portarli via l'attimo dopo e di meravigliosi scorci naturalistici da alba del mondo. La sua lingua è un fiume in piena che, in un continuo slalom, passa dal dentro al fuori: non solo descrive i personaggi, non solo li indaga nella loro storia (ci sono anche molti flashback), nei loro desideri, nelle loro paure, ma contemporaneamente descrive la realtà circostante, i paesaggi e gli oggetti e fa annotazioni sul clima, per esempio: Appunti sui taccuini e scarabocchi degli uomini in camicia chiara, fa caldo, aprono le finestre per far entrare un po’ d’aria, la sala si riempie del rumore esterno – rombi di autostrade, baccano della borsa valori, schiamazzare frenetico di anatre selvatiche, motori puf puf di barche sul fiume, abbaiare di cani, colpi di fucile – e la voce di Diderot s’intreccia a quel chiasso senza coprirlo. Strano sonoro pensa Sanche Cameron chiudendo gli occhi per un istante, occhi che non ha chiuso tutta la notte preso sotto le lenzuola da una smania invincibile, talmente felice che il cantiere partisse, che finalmente cominciasse la grande vita che lo aspettava là (pp. 58-59).
Libro corale, ambizioso nel coniugare universale e individuale, “americano" nella veloce di-gressione delle storie, Nascita di un ponte, vincitore del Premio Medicis 2010 e finalista al Gon-court. Maylis De Kerangal, classe '67, fondatrice della casa editrice per ragazzi Le baron perché (Barone rampante), autrice di sette romanzi ancora inediti in Italia, imbastisce una tela maestosa su un tema a lei caro, l'incrocio di destini. Tornerà ad affrontarlo in forma individuale in Tangente vers l'Est, del 2012: un uomo e una donna, diversissimi fra loro, in viaggio sulla Transiberiana.
Fausta Genziana Le Piane
Maylis de Kerangal, Nascita d’un ponte, Feltrinelli, 2013