Tabù del mondo femminile e maschile (ma siamo davvero usciti dal Medioevo?)
Tabù del mondo femminile e maschile (ma siamo davvero usciti dal Medioevo?)
I tabù legati al mondo femminile e maschile sono tutt’oggi tantissimi, più di quanti in realtà ci aspetteremmo. Perché? Parlare apertamente di un tema tanto delicato non è semplice, anzi: ci si sente in soggezione, come se dovessimo nascondere il nostro lato più primitivo e primordiale. Dopotutto, siamo una specie riproduttiva: lo abbiamo imparato sui libri di scuola. Associare il piacere alla riproduzione, però, sembra (ancora) un peccato mortale. Tra i tabù di cui le donne e persino gli uomini si vergognano, non si possono non citare il fleshlight o il plug anale.

Perché c’è ancora tanta ansia quando si parla di questo argomento? Perché spesso ci si nasconde? È sempre la solita storia: viviamo in un’epoca moderna, ma abbattere i tabù non è semplice - neppure con l’ironia - perché non se ne parla abbastanza. Si sceglie il silenzio, pensando che prima o poi qualcosa cambierà. Eppure, non è così: i tabù del mondo femminile e maschile continuano a essere onnipresenti.

La differenza tra uomini e donne (un tabù senza fine)
Quante volte abbiamo sentito dire che se un uomo riesce a portare tante donne al letto è un mito, mentre una donna è una ninfomane? L’eterna dicotomia tra santa e ninfomane è un filo sottilissimo. Non c’è una piena libertà sessuale, sebbene abbiamo fatto dei passi in avanti. C’è sempre qualcuno che giudica, che punta il dito. E, purtroppo, non sempre sono gli uomini: anche le donne scelgono di non sostenere altre donne. C’è qualcosa di peggiore del giudizio di una donna? Purtroppo no, perché la tanto decantata solidarietà femminile è utopica.

La stimolazione maschile (che tanti provano, ma non lo dicono)
Si cade spesso in un errore quando si parla di tabù: anche i maschi ne hanno, eccome se ne hanno (e se li tengono ben stretti)! Solo che cercano di non darlo a vedere, per orgoglio o per vergogna. La curiosità è un tratto molto naturale e spontaneo del corpo umano. Appartiene in modo indistinto agli uomini e alle donne. La stimolazione anale maschile, poi, è un tabù che rischia di far saltare tante persone dalle sedie. Ed è un peccato, perché anche in questo caso c’è troppa critica. La domanda è sempre la stessa: è necessario dare opinioni non richieste?

Il ciclo (manco a dirlo)
Si può provare piacere durante il ciclo? Sì, e il tabù qui si fa fittissimo. Se le donne parlano del proprio ciclo, sono da evitare, come delle appestate. Quasi quasi, siamo ancora lì, nel Medioevo, quando si pensava che fosse una sorta di stregoneria. Insomma, un fattore fisiologico normalissimo, verso cui si prova una sorta di ribrezzo naturale. Eppure, negli ultimi tempi, si sta cercando di scardinare questo tabù. Il problema è che ci vorrà ancora qualche decennio per parlare apertamente del sesso durante il ciclo, senza timori.

Trovare il piacere da soli non è un peccato capitale
Per alcuni, il sesso è una vera dipendenza. Nell’immaginario comune, c’è sempre il desiderio di stare un po’ da soli, in compagnia di se stessi. Vale per gli uomini tanto quanto per le donne. E anche in questo caso la pioggia di critiche e di commenti negativi è spiacevole. Fantasticare, immaginare, realizzare le proprie fantasie non è sbagliato. È un modo per sentirsi vivi, vive.

I tabù del mondo maschile e femminile continuano a far parlare di sé, e l’impressione generale è che non siamo mai veramente usciti da quel Medioevo mentale che tutt’oggi porta strascichi di un certo peso. Forse un giorno ci sarà quella libertà che tutti vorremmo, ma che in qualche modo ci viene negata: da noi stessi, dalla vergogna, dalla paura di non essere accettati.
Commenti
Non è stato pubblicato nessun intervento
DONNISSIMA.it © 2001-2024
Nota Importante : DONNISSIMA.it non costituisce testata giornalistica,la diffusione di materiale interno al sito non ha carattere periodico,
gli aggiornamenti sono casuali e condizionati dalla disponibilità del materiale stesso.
DONNISSIMA.it non è collegata ai siti recensiti e non è responsabile per i loro contenuti.