Ma come parliamo ?
Ma come parliamo ?
Vi sarà sicuramente capitato di sfogliare i giornali e leggere che sul mercato è stato lanciato un nuovo brand, o che qualcuno si sia macchiato del reato di insider trading, o ancora un calciatore outsider, o che qualcuno abbia fatto un outing di qualcosa.
Ma vi siete mai chiesti cosa significhino veramente questi termini? Tradotti in italiano significano marchio,operazione di borsa grazie a informazioni riservate, fuoriclasse, dichiarazione.
I giornalisti utilizzano questi termini come se fossero di uso comune, secondo la tendenza per cui è gretto e provinciale usare l’italiano quando si può dimostrare di sapere termini stranieri, la cui conoscenza, da parte di chi legge, risulta, nella gran parte dei casi, alquanto vaga e superficiale.
E come non focalizzare l’attenzione sull’uso di Ministero del Welfare al posto del più corretto Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali? Ma chi usa la parola Welfare sa che letteralmente significa benessere e sicurezza sociale? Probabilmente no. Oppure perché usare ginger al posto di zenzero? E come non citare un rossetto long-lasting, cioè che dura a lungo, o un mascara water-proof, cioè resistente all’acqua. A volte, però,succede che questo uso esagerato e scorretto della lingua inglese si inserisce in un impoverimento della lingua utilizzata.
Nelle varie trasmissioni televisive sarà certamente capitato di sentire che un medico guida un team, o che il vecchio sceneggiato televisivo è diventato fiction ( termine che in inglese non viene utilizzato per indicare il prodotto televisivo che in Italia viene cosi chiamato) , si parla con molta disinvoltura di reality, intendendo reality show( reality da solo vuol dire realtà), un programma con comici, che tecnicamente sarebbe una sit-com viene definito con un anglicismo italianizzato come sit-show all’italiana. Per non parlare, poi, del termine footing che noi italiani abbiamo fatto nostro utilizzandolo al posto del più corretto jogging. Dilaga l’uso di bipartisan, che , come per magia, viene pronunciato com’è scritto, invece che nel modo corretto “baipartisan”.
Ormai tendenza diffusa, da parte delle tv ma soprattutto da parte delle agenzie pubblicitarie, è che proprio queste ultime si rifiutano di tradurre gli slogan delle multinazionali, diffondendosi in maniera impressionante.
In un Paese come l’Italia, in cui il mondo della pubblicità, dell’alta finanza e della cultura fanno da padroni, l’uso inappropriato e inopportuno delle lingue straniere sembra davvero non avere fine, causando una sottomissione della lingua italiana, sconvolgendola con miriadi di parole inglesi o calchi dall’inglese; il risultato è di promuovere una conoscenza presunta di una lingua a scapito e danneggiamento dell’altra, provocando una difficoltà di comprensione all’interno del discorso stesso.
Concluderei con una battuta tratta dal film di Nanni Moretti Palombella Rossa, in cui il protagonista, aggredito da una giornalista, esplode dicendo: “ Trend negativo? Ma come parli? Chi parla male pensa male. Le parole sono importanti”.
E come dargli torto!
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